Libia, emergenza umanitaria!

A cura di Vincenzo Pira e Marco Pasquini

In questo Quaderno presentiamo una analisi sulla situazione in Libia e sulle prospettive che riguardano gli aiuti umanitari, i flussi migratori e il rispetto dei diritti umani in un paese in guerra e in una regione (Mediterraneo e Medio Oriente) in cui prevale l’instabilità.

Armadilla sta realizzando, in partenariato con Emergenza Sorrisi, un progetto della cooperazione italiana che garantisce servizi medico sanitari nel centro per immigrati di El Nasser nelle vicinanze di Tripoli.

La Libia è un paese in guerra; un territorio in cui transitano migliaia di profughi provenienti dall’Africa subsahariana, dall’Eritrea e dall’Etiopia, considerati dalle leggi libiche irregolari e detenuti spesso in condizioni disumane o trattati come schiavi da trafficanti senza scrupoli. Prendere posizione nel dibattito generale che riguarda i rapporti tra l’Italia, l’Unione Europea, le potenze internazionali e la Libia  non è semplice e merita una approfondita analisi e valutazione, tenendo presente la complessità della situazione e  cercando di coniugare adeguatamente l’obbligo di garantire aiuti umanitari a persone in condizioni di estrema vulnerabilità e le scelte politico – diplomatiche che la comunità internazionale hanno fatto e possono fare per garantire il Diritto e i diritti dei diversi soggetti coinvolti.

La caduta del regime di Gheddafi non ha portato la Libia a una migliore situazione di democrazia e di pace. Ha, invece e purtroppo, creato una situazione caotica che ha aperto le porte alla destabilizzazione e a un conflitto tra le diverse milizie tribali che vogliono controllare e spartirsi i ricchi proventi derivati dall’estrazione del petrolio. I tentativi per una transizione verso una struttura democratica non hanno dato, finora, esiti positivi. 

Si contendono il governo del paese due governi rivali che cercano la legittimazione internazionale: il primo, con sede a Tripoli, è guidato da Fayez al-Serraj e ha avuto l’appoggio dell’ONU, Italia, Turchia, Qatar e Sudan. Il secondo ha la sede a Tobruk, nell’ovest del Paese, ed è sostenuto dalla Russia, Egitto, Francia ed Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Ha come capo Khalifa Haftar, un generale amico e collaboratore di Gheddafi con cui è entrato successivamente in forte conflitto.

In tale situazione si pone il problema di come gestire la crisi umanitaria provocata dalla guerra e da continui flussi migratori che passano in Libia verso l’Europa.

Sono oltre 823.000 le persone considerate bisognose di assistenza umanitaria immediata (tra cui 248 mila bambini). Di questi 187.000 sono sfollati libici a causa della guerra; 404.000 sono libici rientrati nel paese dall’estero; 57.546 tra rifugiati e richiedenti asilo registrati dalle Nazioni Unite.

Come si è creata questa situazione?  Quali sono gli interessi che hanno portato a questo conflitto interno in Libia e quali sono gli attori internazionali che lo supportano?

Qual è la posizione dell’Italia e che cosa si sta facendo a livello diplomatico e di garanzia degli aiuti per risolvere o alleviare la crisi umanitaria?

Di tutto questo parliamo in questo Quaderno utilizzando la documentazione ufficiale disponibile, fonti giornalistiche e testimonianze dirette degli operatori delle agenzie umanitarie.

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