Codice rosso per l’umanità. Emergenza climatica nel sesto rapporto delle Nazioni Unite

A cura del Dipartimento Programmi

In questo Quaderno proponiamo una lettura del Rapporto di Sintesi (SYR) realizzato dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) in occasione del Sesto Rapporto di valutazione (AR6) sulla crisi climatica. Il documento, disponibile in inglese sul sito dell’IPCC, sintetizza le conoscenze acquisite sui cambiamenti climatici, gli impatti e i rischi, così come le strategie di mitigazione e adattamento, in relazione al precedente rapporto (AR5) pubblicato nel 2014. I risultati dello studio si basano su osservazioni e analisi specialistiche di carattere scientifico, tecnico e socio-economico.

Il rapporto conferma che il mondo dovrà affrontare «inevitabili rischi climatici multipli nei prossimi vent’anni con un riscaldamento globale di 1,5°C». Il superamento di questo livello di riscaldamento aggraverà ulteriormente gli impatti, «alcuni dei quali saranno irreversibili».

Come ha affermato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, «il rapporto IPCC di oggi è un atlante della sofferenza umana e un atto d’accusa schiacciante per il fallimento dei leader nell’affrontare i cambiamenti climatici».

Gli scienziati dell’IPCC sottolineano che il cambiamento climatico interagisce con tendenze globali come l’uso insostenibile delle risorse naturali e la crescente urbanizzazione. Le ingiustizie, i conflitti, la povertà, governi deboli e un accesso limitato ai servizi essenziali aumentano la sensibilità ai rischi e limitano le capacità delle comunità di adattarsi ai cambiamenti climatici.

La co-presidente del Gruppo di Lavoro II dell’IPCC, Debra Roberts, riassume: «la crescente urbanizzazione e il cambiamento climatico creano rischi complessi, specialmente per quelle città che già sperimentano uno sviluppo urbano mal pianificato, alti livelli di povertà e di disoccupazione e un’assenza di servizi essenziali».

Secondo il World Urbanization Prospects 2018 delle Nazioni Unite, nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Anche a causa di questa tendenza, i rischi climatici per le città sono aumentati in modo significativo rispetto all’ultimo Rapporto di Valutazione dell’IPCC del 2014. Questo vale in particolare per gli insediamenti informali, che a causa di posizioni e alloggi precari e l’accesso limitato ai servizi essenziali, sono identificati come estremamente vulnerabili. Il rapporto indica le azioni chiave da intraprendere, molte delle quali richiedono interventi nelle città da parte dei decisori in ambito urbano a tutti i livelli in collaborazione con il settore privato, la società civile e altri stakeholder urbani.

Le opportunità per promuovere lo sviluppo resistente ai cambiamenti climatici nelle città includono l’implementazione di una pianificazione integrata e inclusiva e l’integrazione delle preoccupazioni relative al cambiamento climatico negli investimenti nelle infrastrutture urbane, comprese le infrastrutture sociali ed ecologiche. Salvaguardare la biodiversità e gli ecosistemi e rafforzare l’equità sociale contribuisce a molteplici benefici per la salute e il benessere, anche per le comunità più emarginate e vulnerabili.

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