Libano, ancora tutto da rifare?

A cura di Vincenzo Pira e Marco Pasquini

In questo Quaderno proponiamo un aggiornamento sulla situazione in Libano, considerando la crisi istituzionale, politica ed economica esistente da tempo, aggravata dall’emergenza Covid-19 e dell’esplosione del 4 agosto al porto di Beirut.

Il Libano è un paese di 6,8 milioni di abitanti in una superficie di 10.452 Km2. Ha visto negli ultimi anni arrivare una marea umana di oltre 1,7 milioni di rifugiati dalla Siria e da altri paesi confinanti. Un paese che già aveva ospitato nella storia degli ultimi 70 anni centinaia migliaia di rifugiati palestinesi che attualmente sono circa 450 mila. Si stima in circa 1,5 milioni il numero di cittadini siriani presenti nel Paese di cui solo 892.3106 sono registrati dall’UNHCR; a questi si aggiunge una numerosa comunità di rifugiati palestinesi aumentata con l’arrivo di 28.800 palestinesi rifugiati dalla Siria.

Sulla crisi umanitaria si innesta un drastico peggioramento della situazione sociale ed economica del paese che nell’ultimo anno ha registrato un’inflazione annuale del 56,5% e un aumento dell’indice dei prezzi alimentari del 189,8%. L’elevata inflazione e la progressiva perdita di reddito derivanti dall’aumento della disoccupazione e dai tagli salariali, hanno provocato un notevole deterioramento delle condizioni di vita dei libanesi e dei rifugiati innescando numerose proteste tra la popolazione e soprattutto tra i giovani il cui tasso di disoccupazione supera il 40%. La crisi socio-economica ricade soprattutto sulle categorie più vulnerabili di libanesi e rifugiati tra i quali il 73% vive al di sotto della soglia di povertà, condizioni che divengono peggiori nei casi di donne capo-famiglia o di famiglie in cui sono presenti persone con disabilità o con malattie croniche.

A partire da febbraio 2020, le misure di contenimento dei contagi delle infezioni da COVID-19 hanno provocato ulteriori perdite economiche ed evidenziato la debolezza del sistema nazionale di assistenza sociale. A fine settembre i casi positivi identificati erano oltre 30 mila e circa 400 decessi. In aggiunta l’esplosione del 4 agosto, oltre alle 190 vittime, ai feriti e ai dispersi ha generato numerosissimi sfollati sia tra la popolazione libanese sia tra quella rifugiata scatenando una emergenza logistica, alimentare e sanitaria che va a pesare ulteriormente sulle capacità economiche e sulla stabilità sociale del Paese.

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