In questo Quaderno affrontiamo il tema della salute come diritto fondamentale per lo sviluppo umano sostenibile e il ruolo della cooperazione internazionale per raggiungere il terzo obiettivo previsto nell’Agenda 2030: assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. Considerando e tentando di andare oltre l’attuale emergenza globale in cui ci ha portato il Covid-19.
Niente sarà come prima. Il Covid-19 ha stravolto la vita nel pianeta.
Anche paesi che si credevano immuni da pandemie tanto pericolose hanno visto crollare le loro certezze e si sono ritrovati nella fragilità e vulnerabilità comuni ai paesi poveri del pianeta.
L’ impatto della pandemia impone una maggior unità e solidarietà per mitigare il colpo che la popolazione mondiale sta ricevendo. È la più grande crisi osservata dalla seconda guerra mondiale. Le persone contagiate nel mondo si avvicinano attualmente ai due milioni. Circa 112 mila i decessi ufficiali per coronavirus in 180 paesi, aree e territori direttamente coinvolti. Una crisi umanitaria che richiederebbe un’azione coordinata, decisa, inclusiva e innovativa delle principali economie e un enorme sostegno finanziario e tecnico ai paesi e alle popolazioni più povere e vulnerabili del mondo. La fragilità dei sistemi sanitari, nei paesi poveri dell’Africa, Asia e America Latina non permettono di affrontare con efficienza le ricorrenti epidemie e pandemie. I limitati posti di terapia intensiva sono uno degli aspetti di debolezza più preoccupanti, guardando alle necessità di prevenzione, diagnosi, controllo in situazioni di emergenza. Le Nazioni Unite, soprattutto ma non solo, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno sottolineato che, nonostante nessun stato nazionale può farcela da solo, non esiste ancora una strategia coordinata tra paesi e che è indispensabile un’azione articolata.
Anche la cooperazione internazionale è stata fortemente colpita da questa emergenza. La difficoltà per mesi che impedisce la mobilità, la necessità di isolamento per evitare il contagio ha imposto la sospensione di centinaia di progetti e la revisione e aggiornamento delle programmazioni future. Tanti cooperanti, da dove è stato possibile, sono rientrati in Italia. Un numero maggiore rimane nei paesi seguendo le misure di sicurezza imposte ormai ovunque e limitando la mobilità e i contatti al minimo indispensabile.