Domenica 7 maggio, i ministri degli Esteri della Lega araba hanno deciso di riammettere la Siria all’interno dell’organizzazione, dopo una sospensione durata oltre dieci anni.
Si tratta di una scelta che da un lato si inserisce nel solco di alcune iniziative diplomatiche che nei mesi scorsi hanno mostrato la volontà di normalizzare i rapporti con l’attuale governo siriano (ne avevamo parlato nella puntata 9 del nostro podcast, Diario Siriano) e contestualmente chiede che si rimetta al centro una risoluzione della guerra civile e delle crisi collegate. La Siria, infatti, oltre a milioni di rifugiati nei Paesi vicini e a un grande numero di sfollati interni, stimati in oltre 7 milioni, è diventata uno dei nodi regionali del traffico di droga e vive una gravissima difficoltà economica legata soprattutto alle sanzioni statunitensi imposte a partire dal 2019. Su questa situazione disastrosa, si è poi abbattuto il terremoto del febbraio 2023.
La decisione, presa al Cairo, è stata sostenuta tra gli altri da Emirati Arabi Uniti e Giordania, mentre il Qatar si è detto contrario in assenza di una soluzione politica al conflitto siriano. Secondo il ministro degli Esteri giordano, Ayman Al Safadi, il rientro della Siria nella Lega Araba è l’inizio di “un processo molto lungo, difficile e impegnativo”. Tra le prime decisioni collegate a questa riammissione, è stato costituito un gruppo di contatto ministeriale, composto da Giordania, Arabia Saudita, Iraq, Libano, Egitto e presieduto dal segretario generale della Lega Araba, che dovrà, si legge nel comunicato stampa, ” formeranno un gruppo di contatto ministeriale per mantenere i contatti con il governo siriano e “cercare soluzioni passo dopo passo alla crisi”. Tra le sfide principali, facilitare la consegna degli aiuti umanitari in Siria, consentendo alle organizzazioni impegnate nella mitigazione della crisi di lavorare in modo più efficace nonostante le condizioni estremamente difficili in cui ci si trova a operare sin dall’inizio della guerra.
Il rientro della Siria nella Lega Araba era stato osteggiato principalmente dall’Arabia Saudita, che ha avuto un ruolo significativo, pur indiretto, anche nelle fasi più dure della guerra civile, ma che nel marzo di quest’anno ha ristabilito relazioni diplomatiche con l’Iran, principale alleato regionale di Damasco e attore fondamentale nell’area. Questo riavvicinamento, dettato anche dall’impossibilità di risolvere per via militare la lunga crisi dello Yemen, in guerra dal 2015, ha generato una reazione a catena il cui esito è ancora difficile da valutare, ma che andrà osservata con grande attenzione.