Una firma per la pace in Siria.
Siamo a Damasco in Siria. Un gruppo di donne che operano da decenni in uno dei quartieri più poveri, Hajar Al Aswad, vicino al campo di rifugiati palestinesi di Yarmouk, sono state obbligate, a causa della guerra, ad abbandonare l’edificio da poco costruito con finanziamenti provenienti dalla cooperazione di entità italiane.
La speranza di tante famiglie di vedere i propri figli disabili inseriti in processi di cura e di inclusione comunitaria è stata distrutta dalla violenza della guerra.
Da oltre sette anni, la Siria sta vivendo un drammatico momento di guerra e di distruzione. Scontri e conflitti hanno provocato oltre 300 mila morti e oltre 12 milioni di persone hanno dovuto abbandonare la propria casa e la propria comunità.
L’economia del paese è praticamente distrutta e non si vede all’orizzonte una soluzione pacifica o una mediazione tra le parti in conflitto. Sono state migliaia le persone che hanno abbandonato Hajar Al Aswad e si sono spostate nel quartiere più protetto di Midan.
Qui tante persone hanno continuato a svolgere un importante compito di appoggio a migliaia di famiglie sfollate.
Anche Armadilla ha continuato l’impegno di assistenza umanitaria verso persone che quotidianamente lottano per la sopravvivenza. Più di 1.000 famiglie ricevono da tre anni assistenza materiale e protezione.
Ma non di solo pane vivono le comunità siriane. Le giovani generazioni hanno perso il diritto ad essere istruiti in quanto il sistema scolastico è stato quasi totalmente distrutto. Migliaia i nuovi invalidi che hanno bisogno di cure, di supporto psicologico di protesi. L’esistenza di un riferimento aggregativo comunitario di riferimento, quale il Nuovo Centro ZAM di Midan, è un elemento cruciale nella promozione di un processo di ricostruzione di relazioni di pace.
La situazione si aggrava nella situazione di guerra che distrugge la Siria. Il Centro Zam, Armadilla e la Fondazione ASPHI hanno portato Click4all a Damasco. Le ragazze siriane hanno assunto la sfida di adattare il kit informatico “ludico”, “creativo”, “riabilitativo” personalizzandolo alle esigenze dei loro fratelli disabili e con le povere risorse che la situazione locale offre. Le donne della sartoria del Centro ZAM hanno pensato, disegnato e costruito nuovi giochi accessibili con il kit Click4all Educational. L’ultima invenzione è un pesciolino di stoffa da collegare al computer. L’occhio e la coda sono interattivi: quando il bambino li sfiora, Click4all attiva l’interazione e il pesciolino reagisce ai comandi come se fossero dati dalla tastiera di un computer. Un modo per coinvolgere i bambini disabili che imparano velocemente che se si tocca l’occhio il pesciolino sullo schermo fa una capriola e strabuzza gli occhi o se tira la pinna il pesciolino sullo schermo cambia la direzione o se tocca la coda… il pesciolino sullo schermo la perde con gran risate.
L’attività di formazione alle nuove tecnologie di questo programma che Armadilla e ASPHI realizzano a Damasco sta ampliando le opportunità di intervento per costruire protesi con l’ausilio della progettazione informatica e le stampanti tridimensionali.
Nuove opportunità per il sistema di cooperazione dell’Italia di continuare a costruire progetti in difesa dei diritti umani in terre che ancora mantengono viva la speranza di poter tornare a vivere in pace.
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