#306 – Siria, Israele non si ferma

La Siria sta vivendo un momento storico di transizione con la caduta del regime di Assad e l’insediamento di un governo di transizione. Oggi hanno riaperto scuole e università, segnali di un ritorno alla normalità, mentre lo spazio aereo siriano sarà presto riaperto. Circa 7.600 rifugiati siriani in Turchia sono rientrati nel Paese, mostrando timidi segnali di fiducia. Il governo transitorio ha sospeso la Costituzione e il Parlamento per tre mesi, promettendo riforme e avviando il processo di ricostruzione.

Nonostante le speranze, la Siria affronta una grave crisi militare. Israele ha intensificato i bombardamenti con oltre 800 attacchi in 5 giorni, distruggendo basi militari, radar e il 70% delle infrastrutture aeree siriane. Le alture del Golan restano sotto occupazione israeliana, con un piano di colonizzazione per raddoppiare la popolazione nell’area. Israele giustifica le sue azioni come misure difensive, mentre il leader siriano al-Jolani ha dichiarato che la Siria necessita di “ricostruzione e soluzioni diplomatiche”.

Il cessate il fuoco in Libano rimane fragile. Israele ha condotto attacchi contro Hezbollah, distruggendo 300 infrastrutture nel villaggio di Khyam. Dal 27 novembre, le vittime civili nel sud del Libano sono salite a 34, mentre la comunità internazionale resta in silenzio.

A Gaza, la situazione umanitaria è disastrosa. Oggi le forze israeliane hanno attaccato la scuola Khalil Oweida a Beit Hanoun, rifugio per sfollati, uccidendo almeno 15 persone. Nella notte, 18 civili sono stati uccisi, tra cui 4 rifugiati in una tenda. Dietro ogni numero, probabilmente si celano tragedie ancora più grandi, difficili da documentare.

Questo podcast sostiene la risposta umanitaria alla crisi in Libano da parte dell’ONG italiana Armadilla, che sta intervenendo in due rifugi allestiti in luoghi sicuri a Sarba e Tanbourit, nel sud del Libano, assistendo circa 1200 persone al giorno. Puoi sostenerla anche tu su https://www.armadilla.coop/libano24

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