#302 – Il giorno di Hama

La città di Hama è caduta nelle mani delle forze di Hayat Tahrir al-Sham, segnando un altro passo significativo nella rapida offensiva antigovernativa partita da Idlib. Dopo aver circondato la città, i ribelli hanno conquistato il carcere locale e sono entrati senza incontrare una resistenza significativa, con l’esercito siriano che si è ritirato. Ora l’attenzione si sposta su Homs, ultima barriera prima di Damasco.
Il governo siriano sembra sempre più isolato, con alleati come Russia e Iran riluttanti a intervenire in modo massiccio. Sul fronte nord-orientale, le forze filo-turche avanzano verso Manbij, ultima città curda a ovest dell’Eufrate, mentre la situazione nell’est, lungo il fiume Eufrate, rimane instabile con scontri tra le SDF e le forze governative.

Il cessate il fuoco con Israele continua a essere fragile, con frequenti violazioni israeliane. Gli attacchi di artiglieria e incursioni nei villaggi del sud alimentano le tensioni, mentre Israele mantiene truppe in territorio libanese. Oggi il leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha rivendicato la vittoria del gruppo e ribadito l’impegno per il rispetto della risoluzione 1701. Tuttavia, la situazione sul terreno resta volatile, con pochi progressi nei negoziati per una soluzione duratura.

Nelle ultime 24 ore, almeno 48 persone sono state uccise negli attacchi israeliani. Tra gli episodi più gravi, un bombardamento sulla “zona sicura” di al-Mawasi ha causato 21 vittime. Gli ospedali Kamal Adwan e Indonesiano sono stati colpiti, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. Mentre il Qatar riprende il ruolo di mediatore per un cessate il fuoco, mancano ancora proposte concrete per avviare una tregua.

Questo podcast sostiene la risposta umanitaria alla crisi in Libano da parte dell’ONG italiana Armadilla, che sta intervenendo in due rifugi allestiti in luoghi sicuri a Sarba e Tanbourit, nel sud del Libano, assistendo circa 1200 persone al giorno. Puoi sostenerla anche tu su https://www.armadilla.coop/libano24

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