Israele intensifica gli attacchi su Gaza, Libano e Siria, mentre i negoziati per un cessate il fuoco stentano a trovare un accordo definitivo. Oggi Amos Hochstein, inviato statunitense, ha incontrato il presidente della Camera libanese Nabih Berri, mediando una proposta americana di tregua. Sebbene il Libano abbia definito l’offerta la più seria finora, rimangono ostacoli, tra cui il diritto di Israele di agire unilateralmente in territorio libanese, ritenuto inaccettabile. Il segretario di Hezbollah, Naim Kassem, ha ribadito che accetterà solo un cessate il fuoco completo e vincolante, ma ha promesso di mantenere la presenza del gruppo sul campo.
In Gaza, i bombardamenti israeliani hanno ucciso altre 10 persone, tra cui un bambino, senza suscitare più reazioni significative. Intanto, il Consiglio di Sicurezza delle UN ha fallito ancora una volta nell’approvare una risoluzione per un cessate il fuoco immediato, bloccata dal veto statunitense. Gli Stati Uniti insistono che una tregua incondizionata non è accettabile, ma questa posizione continua a isolare Washington e ad alimentare il conflitto.
In Siria, un attacco israeliano a Palmyra ha ucciso almeno 36 persone, tra cui membri di milizie filo-iraniane e Hezbollah. La città, patrimonio UNESCO, porta il segno di un conflitto che si intensifica da mesi, con Israele che bombarda regolarmente aree strategiche del Paese.
Tra promesse di tregue e veto diplomatici, l’impasse politico prosegue, mentre le popolazioni colpite continuano a subire devastazioni.
Questo podcast sostiene la risposta umanitaria alla crisi in Libano da parte dell’ONG italiana Armadilla, che sta intervenendo in due rifugi allestiti in luoghi sicuri a Sarba e Tanbourit, nel sud del Libano, assistendo circa 1200 persone al giorno. Puoi sostenerla anche tu su https://www.armadilla.coop/libano24