Israele ha intensificato le offensive aeree, causando gravi perdite in Libano e a Gaza. Nel distretto di Tiro, gli attacchi hanno ucciso 11 persone e ferito altre 48. A Houmine el-Tahta, un bombardamento ha colpito un centro sanitario, uccidendo 8 paramedici, mentre un attacco a Tiro ha distrutto la sede dell’autorità delle acque, lasciando la città senza approvvigionamento idrico. Oggi, un raid su Husseiniyeh al-Zahra, a Beirut, ha ucciso 5 persone. In totale, il Libano conta 78 morti nelle ultime 24 ore, con attacchi concentrati su Beirut e il sud.
Domani è prevista la visita dell’inviato statunitense Amos Hochstein, con il Libano che ha dato una risposta positiva alla proposta di cessate il fuoco americana, pur respingendo il diritto di Israele di intervenire unilateralmente in territorio libanese, in contrasto con la Risoluzione ONU 1701. Tuttavia, Netanyahu ha ribadito che Israele continuerà le operazioni contro Hezbollah, anche in caso di tregua.
A Gaza, le incursioni israeliane hanno causato 46 morti oggi, con bombardamenti su Beit Lahiya e vicino all’ospedale Kamal Adwan che hanno ucciso 17 persone. Altri attacchi hanno colpito sfollati nella “zona sicura” di al-Mawasi, causando 4 vittime di una stessa famiglia. Inoltre, bande armate hanno saccheggiato 100 camion di aiuti umanitari, evidenziando il vuoto di potere creato dall’assedio.
Josep Borrell, capo della diplomazia UE, ha espresso il sentimento di impotenza che accompagna il racconto di una crisi ormai senza fine: “Le parole per spiegare quello che sta succedendo in Medio Oriente sono esaurite.”
Questo podcast sostiene la risposta umanitaria alla crisi in Libano da parte dell’ONG italiana Armadilla, che sta intervenendo in due rifugi allestiti in luoghi sicuri a Sarba e Tanbourit, nel sud del Libano, assistendo circa 1200 persone al giorno. Puoi sostenerla anche tu su https://www.armadilla.coop/libano24