#276 – Libano, porte chiuse

Nella notte, tre giornalisti sono stati uccisi in un attacco israeliano a Hasbaya, nel sud-est del Libano, dove alloggiavano. Ghassan Najar e Mohammed Rida di Al-Mayadeen TV e Wissam Qassim di Al-Manar TV sono stati colpiti senza preavviso. Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha denunciato l’episodio come un “nuovo capitolo dei crimini di guerra” israeliani, senza una reazione internazionale.

Intanto, il capo di stato maggiore israeliano ha affermato che l’eliminazione della leadership di Hezbollah nel nord potrebbe portare a una conclusione rapida della guerra, ma sul terreno gli scontri continuano e oggi l’esercito israeliano ha riportato la morte di 5 soldati. I bombardamenti israeliani hanno distrutto il varco di Qaa, fondamentale per le fughe verso la Siria, riducendo a un solo punto di passaggio. Circa 430.000 persone hanno già attraversato il confine dal 23 settembre.

Israele ha anche colpito UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni Unite, sparando contro i loro posti di osservazione e utilizzando armi vietate come il fosforo bianco in 12 attacchi.

In un’altra parte della notizia, la Corte Penale Internazionale ha sostituito il giudice responsabile della richiesta di mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant, ritardando ulteriormente la decisione.

A Gaza, almeno 20 persone sono morte in attacchi notturni su Khan Younes, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha perso i contatti con l’ospedale Kamal Adwan, l’ultimo operativo nel nord, colpito dalle operazioni israeliane.

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