Tra ieri sera e questa mattina, Israele ha nuovamente bombardato la periferia meridionale di Beirut, colpendo in particolare le vicinanze dell’ospedale Rafik Hariri. Almeno 18 persone, inclusi 4 bambini, sono state uccise e oltre 60 ferite, mentre l’ospedale stesso ha subito danni dai detriti. Israele ha dichiarato di aver colpito un bunker di Hezbollah, ma le giustificazioni rimandano a una strategia simile a quella usata negli attacchi a Gaza. A Beirut, gli attacchi sono continuati, danneggiando ulteriormente le strutture civili e causando un forte numero di vittime.
In Libano, l’esercito israeliano avanza lentamente nel sud, affrontando una forte resistenza da parte di Hezbollah. Intanto, il portavoce di Hezbollah ha rivendicato la responsabilità di attacchi missilistici contro Israele, senza report di vittime, in un contesto di crescente tensione.
A Gaza, almeno 130 persone sono state uccise in 24 ore, con attacchi che hanno colpito scuole trasformate in rifugi. L’intera Striscia è sotto ordine di evacuazione, ma mancano posti sicuri per la popolazione. L’UNDP ha avvertito che l’assedio ha riportato la qualità della vita a livelli di 70 anni fa, e i danni infrastrutturali richiederanno circa 17 miliardi di euro per le riparazioni.
Infine, è stata avviata un’inchiesta da parte del dipartimento di Stato degli Stati Uniti contro la Forza 100 israeliana, accusata di violazioni dei diritti umani nei confronti di detenuti palestinesi. Questo rappresenta un raro passo verso la responsabilizzazione da parte degli Stati Uniti.