La scorsa notte Israele ha dato il via alla tanto temuta invasione di terra del Libano meridionale. Gli attacchi sono stati particolarmente intensi nella periferia sud di Beirut e nel campo profughi palestinese di Ain al-Helweh, dove sei persone, tra cui il capo militare di Fatah in Libano, Mounir Maqdah, sono rimaste uccise. L’esercito israeliano ha inoltre lanciato bombardamenti su Damasco e ha emesso ordini di evacuazione per 28 villaggi nel sud del Libano, facendo crescere il panico tra la popolazione. Gli abitanti sono stati invitati a spostarsi a nord del fiume Awali, che dista solo 27 km da Beirut, segno dell’estensione delle operazioni militari.
Nella notte, Israele ha colpito anche la periferia occidentale di Damasco, causando la morte di tre persone, tra cui la giornalista siriana Safaa Ahmed. Intanto, in risposta alle recenti uccisioni dei leader di Hamas e Hezbollah, l’Iran ha lanciato più di 200 missili contro Israele, creando ulteriore tensione. Le truppe statunitensi non sono state coinvolte, ma l’aeroporto di Tel Aviv è stato temporaneamente chiuso.
Il quadro complessivo è sempre più preoccupante, con segnali di un’escalation militare che potrebbero estendersi ulteriormente, mentre migliaia di persone fuggono dal Libano verso la Siria. Le Nazioni Unite stimano che fino a 300.000 persone potrebbero lasciare il Libano entro la fine della settimana.