Oggi si è verificato un attentato in Libano che ha causato almeno 9 morti e 2.800 feriti, in gran parte membri di Hezbollah. L’esplosione simultanea di cercapersone in tutto il Paese ha colpito diverse città, come Tiro e Nabatieh, e ferito anche l’ambasciatore iraniano Mojtaba Amani. L’attacco, che sembra mirato a Hezbollah, ha coinvolto anche 14 persone a Damasco, Siria. Sebbene nessuno abbia rivendicato l’attentato, i sospetti ricadono su Israele, come confermato da fonti anonime di Hezbollah, che ritengono l’operazione una risposta israeliana a un presunto tentativo di assassinio di un ex funzionario della difesa israeliano.
L’uso di cercapersone come strumento dell’attentato ha sorpreso molti, perché si tratta di dispositivi molto popolari negli anni Ottanta e Novanta e poi largamente sostituiti da cellulari e smartphone. Ma la loro difficoltà di tracciamento li ha mantenuti in uso in contesti come quelli degli attori non statali. Tuttavia, si sospetta che gli esplosivi possano essere stati integrati nei dispositivi stessi, e attivati da remoto. Questo attentato rappresenta una grave violazione della sicurezza di Hezbollah, e potrebbe danneggiare la reputazione del gruppo.
L’attacco arriva in un momento di crescente tensione, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu discute di ampliare gli obiettivi militari contro il Libano. Hezbollah sarà ora costretto a rispondere, ma dovrà considerare l’equilibrio tra mostrare forza e contenere un’escalation.