Israele ha proposto di dare un passaggio sicuro al leader di Hamas, Yahya Sinwar, fuori da Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi e della rinuncia al controllo della Striscia. Gal Hirsh, inviato speciale israeliano per gli ostaggi, ha avanzato questa offerta, chiedendo anche la smilitarizzazione e la deradicalizzazione di Gaza. Questo suggerisce che i negoziati per un cessate il fuoco siano falliti, con l’assassinio di Ismail Haniyeh che ha ridotto i canali politici per un accordo, mentre il premier Netanyahu resta fermo sul controllo militare dei corridoi di Filadelfia e Netzarim. La proposta, più discussa in Occidente, solleva dubbi di fiducia nella regione.
Nel frattempo, a Gaza, il massacro continua. Ieri Israele ha bombardato la scuola al-Jaouni nel campo profughi di Nuseirat, uccidendo almeno 18 persone, tra cui 6 lavoratori di UNRWA. È stato il più grave attacco contro operatori UNRWA in 11 mesi di conflitto. La scuola, che ospitava 12.000 sfollati, è stata colpita per la quinta volta, mentre Israele sostiene che fosse un centro di comando di Hamas. Le Nazioni Unite denunciano l’attacco come una violazione del diritto internazionale.
Gli aiuti umanitari a Gaza continuano a diminuire: oltre un milione di persone non avrà abbastanza cibo questo mese. Il numero di camion di aiuti è drasticamente calato, con una media di soli 10 al giorno a settembre.
In Libano, un attacco israeliano ha colpito una strada tra Nabatiyeh e Kfarjoz, uccidendo tre persone. Il capo della diplomazia dell’UE, Josep Borrell, in visita a Beirut, ha ribadito che una guerra regionale più ampia “non è inevitabile”, ma la minaccia rimane.