A Gaza, il 90% della popolazione è sfollato a causa degli ordini di evacuazione, con 1,9 milioni di persone ammassate in condizioni disastrose. La crisi idrica è peggiorata, con la fornitura di acqua a Deir al Balah ridotta del 70%, aggravando l’emergenza sanitaria. Nel frattempo, l’artiglieria israeliana continua a colpire, causando feriti, tra cui un bambino, mentre i carri armati avanzano nella Striscia.
I negoziati per un cessate il fuoco, ripresi al Cairo, non mostrano progressi. La proposta di tregua statunitense è stata rifiutata da Hamas e non accettata pubblicamente da Israele, che insiste sul controllo del “Corridoio di Filadelfia”. Kamala Harris, candidata alla presidenza USA, ha ribadito il sostegno alla sicurezza israeliana senza impegni concreti per i palestinesi, suscitando dubbi sul reale impegno degli Stati Uniti per un cessate il fuoco.
La tensione si estende anche in Libano, dove gli attacchi israeliani contro Hezbollah si intensificano, con numerosi morti, tra cui un bambino. Hezbollah risponde con attacchi mirati, mantenendo un ciclo di violenza in una guerra a bassa intensità ma con gravi conseguenze. L’Iran, pur rimanendo cauto, potrebbe delegare le rappresaglie a Hezbollah e agli Houthi yemeniti per evitare un’escalation regionale.