#227 – Attese e paure incrociate

Sabato all’alba, Israele ha attaccato la scuola al-Tabiyn a Gaza City, sostenendo fosse usata da Hamas come centro operativo e di aver ucciso 19 combattenti. Tuttavia, non sono state fornite prove per giustificare l’attacco contro una scuola, un luogo che dovrebbe essere protetto anche in guerra. L’attacco ha causato 93 morti, molti dei quali sfollati rifugiatisi nell’edificio.

La Mezzaluna Rossa Palestinese e il Ministero della Sanità di Gaza hanno identificato 75 vittime, mentre altre rimangono non identificabili. Israele, che inizialmente aveva sminuito il bilancio delle vittime, non ha ancora fornito risposte definitive. Nel frattempo, l’esercito israeliano ha emesso un nuovo ordine di evacuazione per il quartiere al-Jalaa a Khan Younis, già colpito in precedenti offensive.

Per quanto riguarda i negoziati per il cessate il fuoco, Hamas ha richiesto l’attuazione immediata del piano in 3 fasi proposto da Joe Biden, ma Netanyahu aveva precedentemente respinto tale piano. Francia, Germania e Regno Unito hanno chiesto la fine immediata dei combattimenti, mentre l’estremista Itamar Ben-Gvir minaccia di far cadere il governo se si dovesse raggiungere un accordo.

Gli Stati Uniti hanno alzato l’allerta militare nella regione, temendo una rappresaglia iraniana dopo l’omicidio di Ismail Haniyeh a Teheran. L’Iran ha dichiarato il diritto a una “risposta adeguata”, mentre Israele si prepara per un possibile attacco su larga scala.

In Libano, Hezbollah sta aumentando gli attacchi missilistici per testare il sistema di difesa israeliano “Iron Dome”, in attesa di una rappresaglia per l’uccisione del comandante Fouad Chokor. L’incertezza e la tensione persistono, con i negoziati e la minaccia militare che avanzano a ritmi diversi.

Il tuo 5 x mille può sostenere il processo di pace e gli aiuti umanitari in Siria