Nelle ultime 24 ore a Gaza, almeno 80 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani, portando il totale mensile a 2500 vittime dall’inizio dell’anno. Tra i recenti attacchi, un bombardamento vicino a una pompa di benzina ad al-Mawasi ha causato 17 morti, mentre 23 persone sono state uccise nella scuola di al-Awda a Nuseirat, la sesta scuola colpita in 9 giorni.
L’artiglieria israeliana ha colpito Nuseirat e Bureij, uccidendo due persone e ferendone 15. A Zawayda, un bombardamento ha ucciso 8 persone rifugiate in una casa, e due palestinesi sono stati uccisi a Shakush, vicino Rafah. Hamas ha lanciato 3 razzi verso Sderot, ma solo uno è stato abbattuto. Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che gli attacchi hanno creato condizioni favorevoli per un accordo con Hamas, nonostante il continuo stallo nei negoziati.
The Guardian riferisce che l’attacco al campo profughi di al-Mawasi, che ha causato 90 morti e 300 feriti, mirava a uccidere Mohammad Deif, capo militare di Hamas, senza prove del successo. Hamas si è ritirato dai negoziati, ma resta aperto a trattative se Israele mostrerà la volontà di raggiungere un accordo.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto le richieste di un’inchiesta sui fallimenti del 7 ottobre, affermando di voler prima eliminare Hamas. Netanyahu ha rivendicato le proprie scelte, sostenendo che Israele è vicina ai propri obiettivi nonostante la pressione interna ed esterna, compresa quella degli Stati Uniti.
In Libano, attacchi israeliani hanno causato la morte di 5 civili, tra cui 3 bambini curdi siriani. Il Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha minacciato di colpire nuove località se Israele continuerà a uccidere civili in Libano, ma ha anche affermato che eventuali negoziati con Israele saranno condotti dallo Stato libanese, non da Hezbollah.