Ieri l’esercito israeliano ha bombardato una scuola ad Abasan al Kabira, a est di Khan Yunis, rifugio di almeno 3.000 sfollati.
Secondo BBC, l’attacco ha ucciso almeno 30 persone, dato confermato da AP. È il quarto attacco in quattro giorni contro scuole che ospitano sfollati.
Israele giustifica gli attacchi sostenendo che nelle scuole si nascondono miliziani di Hamas, senza fornire prove, mentre gli appelli per indagini indipendenti restano inascoltati.
Il molo militare costruito dagli Stati Uniti per portare aiuti umanitari via mare nella Striscia sarà smantellato entro pochi giorni. Inaugurato due mesi fa, il molo è costato 320 milioni di dollari e ha funzionato poco e male per appena dieci giorni. Dal molo sarebbe dovuto passare poco più di un quarto del fabbisogno di aiuti della Striscia, ma questo non è mai accaduto. In due mesi sono stati scaricati aiuti pari a circa 500 camion, mentre ne servirebbero 500 al giorno. Le consegne di aiuti umanitari via terra sono diminuite dall’offensiva su Rafah. Secondo l’ONU, i camion entrati a Gaza sono scesi da 840 a maggio a 18 a luglio, mentre ne servirebbero 500 al giorno.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito un sistema di difesa di Hezbollah in Libano, a Janta, nella valle della Bekaa. È un attacco più in profondità del solito in territorio libanese. Secondo Sultan Barakat, gli attacchi tra Libano e Israele fanno parte di una politica di “deterrenza reciproca”. Molto dipende dalle difficili trattative per una tregua a Gaza. La delegazione israeliana è arrivata a Doha per la ripresa dei negoziati e domani sarà al Cairo. La scorsa settimana, Hamas ha abbandonato la richiesta di un cessate il fuoco permanente come condizione preliminare, accettando di negoziare durante 6 settimane di tregua. Tuttavia, Netanyahu ha pubblicato un elenco di principi non negoziabili, complicando ulteriormente le prospettive.