#199 – Libano tra fuoco e diplomazia

La situazione nel sud del Libano è caratterizzata da numerosi incendi provocati dagli attacchi israeliani, alcuni con l’uso di fosforo bianco, vietato in aree civili. Attualmente, almeno 8 incendi sono ancora attivi o appena spenti lungo il confine. 

Intanto, il ministro degli Esteri libanese Bou Habib è partito per Bruxelles per incontrare i funzionari dell’Unione europea e proseguirà poi a Washington, New York e Canada. A Washington, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha incontrato il Segretario alla Difesa USA, Lloyd Austin. L’amministrazione Biden è preoccupata per la prospettiva di una guerra tra Hezbollah e Israele, e sia Austin che Gallant hanno dichiarato che una soluzione diplomatica è “preferibile”.

A Gaza continuano i bombardamenti israeliani. La notte è stata segnata da intensi combattimenti a Rafah, vicino al confine con l’Egitto. Questa mattina, un bombardamento israeliano a Beit Lahiya ha ucciso 15 persone. Ieri, un attacco con droni ha ucciso 6 persone vicino a una clinica di Medici Senza Frontiere, tra cui un fisioterapista, definito da Israele un “importante agente” del Jihad islamico, ma senza fornire prove.

Medici Senza Frontiere ha condannato l’uccisione del loro lavoratore. Più di 500 operatori sanitari sono stati uccisi da Israele a Gaza dal 7 ottobre. 

Un rapporto dell’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor evidenzia i ripetuti bombardamenti israeliani contro i rifugi gestiti dalle UN a Gaza.

Il coordinatore delle UN per il processo di pace in Medio Oriente, Tom Wennesland, ha chiesto a Israele di fermare l’espansione degli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata, in violazione del diritto internazionale. Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato sconti senza precedenti sui terreni in Cisgiordania per i riservisti militari, fino al 91%, per rafforzare gli insediamenti. Questa politica serve a rafforzare la presenza israeliana e a rendere impossibile la nascita di uno Stato palestinese.

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