Ieri sera il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione presentata dagli Stati Uniti, basata sul piano presentato da Joe Biden a fine maggio. La risoluzione è stata approvata con 14 voti favorevoli, mentre la Russia si è astenuta.
La risoluzione invita Israele e Hamas a rispettare un piano in tre fasi.
Prima fase: cessate il fuoco di almeno 6 settimane, rilascio di ostaggi detenuti a Gaza (donne, anziani e feriti) in cambio di prigionieri palestinesi in Israele, ritiro delle truppe israeliane dalle aree densamente popolate di Gaza e distribuzione di aiuti umanitari.
Seconda fase: fine permanente delle ostilità, rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza in cambio di prigionieri palestinesi, e ritiro completo di Israele dalla Striscia.
Terza fase: piano pluriennale di ricostruzione di Gaza e restituzione dei corpi degli ostaggi morti.
La risoluzione è passata grazie al sostegno della missione palestinese, rendendo difficile per Russia o Cina opporsi. Tuttavia, il primo ministro israeliano Netanyahu ha espresso scetticismo, sostenendo che qualsiasi cessate il fuoco senza la completa distruzione di Hamas è una “falsa partenza”.
Le dimissioni di Benny Gantz hanno ulteriormente complicato il quadro politico israeliano, aumentando l’influenza degli estremisti di destra, contrari all’accordo. Nonostante il sostegno di Netanyahu al piano dichiarato dal Segretario di Stato USA Antony Blinken, l’estremista di destra Bezalel Smotrich ha promesso di opporsi fermamente.
Hamas ha accolto favorevolmente il voto e si è dichiarato pronto a negoziare, a condizione che gli USA garantiscano il rispetto dell’accordo da parte di Israele.
Oggi Blinken è in Giordania per una conferenza umanitaria, ma l’assenza di un cessate il fuoco resta un ostacolo principale. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza è vincolante, ma la sua formulazione permette a Israele di continuare gli attacchi senza temere conseguenze. Negli ultimi bombardamenti, almeno 40 palestinesi sono stati uccisi.