Mentre il bilancio di quella che sui giornali sentite chiamare “strage della farina” sono saliti a 115, emergono nuovi dettagli sul massacro del 29 febbraio.
Contrariamente a quanto dichiarato dall’esercito israeliano, secondo cui le persone in coda per ricevere pacchi alimentari a Gaza City sono morte schiacciate dalla calca, una squadra delle Nazioni Unite che ieri ha visitato alcuni dei feriti nell’ospedale al-Shifa di Gaza City ha riscontrato “un gran numero di ferite da arma da fuoco” sui corpi delle persone.
Stati Uniti, Francia e Germania hanno chiesto a Israele di condurre un’indagine.
Che è un po’ come chiedere a una persona accusata di omicidio di indagare sul proprio crimine.
Oggi bisogna parlare anche di aiuti umanitari: gli Stati Uniti hanno annunciato che avvieranno lanci di cibo dagli aerei e forniture di emergenza a Gaza nei prossimi giorni.
Ma secondo molti esperti, l’uso dei lanci aerei è un modo spettacolare ma inefficiente di fornire aiuti, e l’annuncio di venerdì suggerisce che Biden abbia rinunciato a convincere Israele nel prossimo futuro a coordinare uno sforzo di soccorso su larga scala a terra di fronte a quella che è a tutti gli effetti una carestia di massa.
Un altro segno della debolezza degli Stati Uniti rispetto a Israele, o forse una mancanza di volontà di agire con maggiore risolutezza.