Come previsto, ieri sera il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha tenuto una conferenza stampa per annunciare che Israele ha rifiutato la proposta di Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Hamas aveva proposto una tregua di 135 giorni in 3 fasi durante i quali tutti gli ostaggi israeliani avrebbero dovuto essere liberati e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza.
Hamas chiedeva anche colloqui per arrivare a una fine delle ostilità.
Ma Netanyahu ha detto che «arrendersi alle condizioni deliranti di Hamas porterebbe a un altro massacro per Israele».
Ma oggi una delegazione di Hamas è comunque attesa al Cairo per un nuovo ciclo di negoziati sul cessate il fuoco.
Ieri Netanyahu ha anche annunciato che l’esercito israeliano ha ricevuto istruzioni per iniziare le operazioni di terra nella città di Rafah, nel sud di Gaza, l’ultimo piccolo spazio di Striscia prima del confine con l’Egitto, mentre gli ospedali continuano a essere bersaglio dei bombardamenti israeliani.
In Libano, mentre gli scontri sono stabili, si discute con crescente insistenza di una possibile soluzione diplomatica per congelare il fronte tra Hezbollah e Israele e avviare un processo politico.