Il centro Zam a Damasco apre le porte alla cooperazione italiana

Durante la prima missione di monitoraggio a Damasco dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), la direttrice della sede AICS di Beirut, Dott.sa Alessandra Piermattei, e la responsabile per la crisi siriana in Siria, Dott.sa Maria Emanuela Falchi, hanno visitato il centro Zam (Zahret al Madayen) di Damasco, gestito da donne siriane in collaborazione con Armadilla.

Quella visitata è la seconda sede del centro Zam, che oggi sorge nel quartiere di Midan, ma che fino al marzo 2012 si trovava in una delle zone più povere e periferiche della città, Hajar al-Aswad, subito a sud del campo profughi palestinese di Yarmuk.

Nell’attuale centro, visitato dalla missione AICS, si portano avanti attività di fisioterapia, terapia occupazionale e di inclusione sociale delle categorie più fragili, a cui si sono aggiunti negli anni, con il peggiorare della crisi umanitaria, progetti di sicurezza alimentare e di gestione dell’emergenza, di cui ancora oggi non si può fare a meno di parlare.

Tuttavia, in un contesto come quello della Siria attuale, piegata da oltre dieci anni di guerra civile, le donne che portano avanti le attività del centro Zam hanno costruito una comunità solida, che ha superato momenti difficili ieri come oggi, senza mai rinunciare alle novità. Tra queste vanno ricordate le sperimentazioni condotte insieme a realtà del territorio emiliano-romagnolo per strumenti di riabilitazione modulari, estensibili attraverso la stampa 3D o con l’autoproduzione di ausili, che rendono questa realtà unica nel suo genere.


Dal sito dell’AICShttps://www.aics.gov.it/news/2021/67461/

AICS Beirut – Missione di monitoraggio in Siria

Durante una missione dell’Incaricato d’Affari a.i. dell’Ambasciata d’Italia a Damasco, Massimiliano D’Antuono, la direttrice della sede AICS Beirut, Alessandra Piermattei, e la responsabile per le iniziative Siria, Maria Emanuela Falchi, hanno effettuato una prima missione di monitoraggio in Siria tra il 29 novembre ed il 2 dicembre con l’obiettivo di incontrare i vari attori coinvolti nella risposta umanitaria per raccogliere aggiornamenti sui programmi in corso finanziati dalla Cooperazione italiana e per un confronto atto a sviluppare la programmazione futura.

Gli incontri con il Coordinatore Umanitario per la risposta in Siria, le Agenzie UN e le OSC presenti nel Paese hanno evidenziato un aumento dei bisogni della popolazione causato dal protrarsi del conflitto da oltre 10 anni, dalla crisi economica in Libano che ha un forte impatto sulla Siria, e dalle misure di contenimento della pandemia che hanno moltiplicato le vulnerabilità dei siriani. In una crisi protratta come quella siriana, si ha sempre più la necessità di allargare la visione e le modalità d’intervento e rispondere maggiormente in un’ottica di early recovery trasversale a tutti i settori.

In questa rinnovata ottica di risposta a una crisi lunga e complessa come quella siriana si muovono le iniziative finanziate e promosse dalla Cooperazione italiana. Presente nel Paese prima dell’esplosione del conflitto, in questo decennio ha lavorato per tutelare i più vulnerabili, promuovendo e finanziando iniziative nei settori di educazione, sanità, sicurezza alimentare e livelihood e protezione. Questo cercando di rispondere ai bisogni degli sfollati interni, in termini di sicurezza alimentare, protezione, tutela dell’infanzia, supporto alle donne attraverso attività generatrici di reddito, e accesso ai servizi primari, tra cui sanitari, psicosociali ed educativi.

Durante la missione, AICS Beirut ha visitato il centro sociale ZAM, gestito da donne siriane e sostenuto dalla Cooperazione italiana attraverso il contributo alla cooperativa sociale Armadilla, che fornisce servizi olistici ai bambini con disabilità e alle loro famiglie attraverso la distribuzione di beni alimentari, il supporto psicosociale, la fisioterapia, oltre ad attività generatrici di reddito per le donne capofamiglia con un minore disabile a carico e di inclusione sociale delle categorie più fragili. A seguire l’AICS Beirut ha altresì visitato il centro di distribuzione dei sussidi dell’UNRWA e i centro di salute sostenuti con i  finanziamenti della Cooperazione Italiana insieme ad una serie di attività che mirano alla tutela della protezione dei rifugiati palestinesi in Siria. La visita si è poi estesa al campo di Yarmouk, che in precedenza dava casa a circa 160.000 rifugiati palestinesi, e che oggi è completamente distrutto. Un’altra importante visita e’ stata   organizzata da UNFPA nel centro antiviolenza per donne a Dahiyat Qudsaya, Damasco Rurale, per capire meglio non solo il contesto ma anche i bisogni delle sopravvissute di violenza di genere e i loro bambini.

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