La puntata di oggi si dedica a uno degli attori-chiave di questi mesi di crisi, ovvero gli Stati Uniti.
Stati Uniti che sin dal 7 ottobre hanno dato sostegno incondizionato a Israele, fornendo armi e mezzi, opponendo il proprio veto a ogni cessate il fuoco proposto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ed entrando in guerra, pur senza dichiararla, conducendo attacchi contro gli Houthi in Yemen e contro milizie filoiraniane in Iraq e Siria.
Ma quanto pesa questa serie di scelte sulle elezioni presidenziali statunitensi di novembre e sul consenso verso i Democratici da parte dell’elettorato arabo?
Ci sono due questioni molto delicate che spingono in direzioni differenti: da un lato, gli Stati Uniti hanno dovuto decidere come rispondere all’attacco avvenuto in Giordania che ha causato la morte di 3 soldati statunitensi. Dall’altro, Biden deve rimettere in discussione il proprio sostegno incondizionato a Israele per non perdere il sostegno degli arabi americani e per presentarsi come la persona che ha messo fine all’assedio di Gaza evitando una regionalizzazione della guerra.
Ma la corda su cui cammina è molto sottile.