#211 – Un “governo tecnico” per la Palestina?

Il primo ministro israeliano Netanyahu insiste sulla necessità di continuare le operazioni militari per distruggere Hamas e liberare tutti gli ostaggi. Netanyahu ha anche dichiarato che Israele vuole mantenere il controllo del “corridoio di Filadelfia” e del varco di Rafah al confine con l’Egitto, per impedire il contrabbando di armi verso Hamas. Questa posizione incontra l’opposizione di Hamas e dell’Egitto, ostacolando un possibile cessate il fuoco.

Per aggirare questo ostacolo, si propone un sistema di sorveglianza remoto sul lato egiziano, ma ciò limiterebbe ulteriormente la sovranità palestinese e l’accesso a beni e aiuti per Gaza. Hamas ha presentato una nuova proposta politica, suggerendo la creazione di un governo apartitico per governare Gaza e la Cisgiordania fino a nuove elezioni. 

Intanto, gli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore hanno ucciso almeno 32 persone, con circa 70 attacchi aerei. La protezione civile di Gaza ha trovato 60 persone uccise sotto le macerie nel quartiere di Shujaiya. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa segnala almeno 6.400 palestinesi dispersi, molti dei quali potrebbero essere sotto le macerie o detenuti da Israele.

Ieri, quattro lavoratori dell’ONG al-Khair sono stati uccisi in un bombardamento israeliano su un centro di distribuzione di aiuti. 

Un rapporto dell’esercito israeliano ammette il fallimento nella protezione del Kibbutz Beeri il 7 ottobre, giorno in cui furono uccisi 101 abitanti e presi in ostaggio 32 persone. L’esercito riconosce la mancanza di preparazione e coordinamento.

Un’inchiesta di Haaretz rivela che l’esercito israeliano ha applicato la “direttiva Hannibal” il 7 ottobre, ordinando di colpire i nemici anche a costo di uccidere civili israeliani per evitare trattative per la liberazione degli ostaggi.

Infine, oltre 60 testate internazionali hanno chiesto a Israele di permettere ai giornalisti l’accesso indipendente alla Striscia di Gaza, dopo una visita sotto stretto controllo dell’esercito che non ha permesso contatti con i palestinesi.

Il tuo 5 x mille può sostenere il processo di pace e gli aiuti umanitari in Siria