#202 – Bombe e torture al centro della scena

Nel fine settimana, 4 combattenti di Hezbollah sono stati uccisi in attacchi israeliani a Houla, mentre una madre e suo figlio sono stati feriti in un bombardamento a Qalaa. L’esercito israeliano ha annunciato che 18 soldati sono rimasti feriti da un drone sulle alture del Golan. Aita al-Shaab, Kfar Kila, Bayyada e Blida sono state bombardate senza causare vittime gravi. Nonostante il conflitto in corso da quasi 9 mesi, sia Hezbollah che Israele dichiarano di non volere la guerra, preferendo una soluzione diplomatica.

A Gaza, l’IDF è avanzato ulteriormente a Shejaiya, intrappolando migliaia di civili e bloccando l’accesso a cibo e acqua. A Rafah, almeno 6 palestinesi sono stati uccisi. Le Brigate Al-Qods hanno lanciato 20 razzi da Khan Younis, colpendo il sud di Israele senza causare feriti. Netanyahu ha ribadito che solo la vittoria militare può sconfiggere Hamas, escludendo un cessate il fuoco.

Il direttore dell’ospedale al-Shifa, Muhammad Abu Salamiya, è stato rilasciato dall’IDF dopo essere stato arrestato per presunti legami con Hamas. Il rilascio ha sollevato polemiche sulla catena di comando israeliana e sulle condizioni di detenzione, con accuse di torture. Il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha criticato la decisione, chiedendo le dimissioni del capo dello Shin Bet.

Le elezioni presidenziali in Iran non hanno prodotto un vincitore con il 50%+1 dei voti, portando a un ballottaggio il 5 luglio tra il riformista Massoud Pezeshkian e il conservatore Saeed Jalili. L’affluenza è stata la più bassa dalla Rivoluzione del 1979, segno del malcontento popolare. Pezeshkian propone riforme economiche e relazioni costruttive con l’Occidente, mentre Jalili mantiene posizioni ultra-conservatrici. Jalili è il favorito, ma potrebbero esserci sorprese secondo alcune testate regionali.

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