Una notte particolarmente violenta nel Libano meridionale ha visto un’escalation di attacchi. Dopo l’attacco di Hezbollah con droni sulla caserma di Hurfeish in Israele, dove un soldato è stato ucciso e altri 9 feriti, Israele ha risposto con numerosi bombardamenti nel sud del Libano. A Adaysse è stato distrutto un ripetitore telefonico, mentre a Beit Yahoun diverse abitazioni e negozi sono stati colpiti, causando incendi e ferendo sette persone. Un membro di Hezbollah è stato ucciso ad Aitaroun da un drone israeliano.
In risposta, Hezbollah ha attaccato con missili una caserma israeliana a Biranit. Ad Abbasiye, Israele ha nuovamente utilizzato bombe al fosforo bianco in zone civili, provocando incendi. Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, ha invocato un’invasione del Libano, una retorica che ha trovato riscontro in un sondaggio del Jerusalem Post che indica che il 55% della popolazione israeliana sostiene una guerra contro Hezbollah.
A Gaza, un attacco israeliano ha colpito una scuola gestita dall’UNRWA a Nuseirat, causando almeno 40 morti, tra cui donne e bambini. L’esercito israeliano sostiene che la scuola ospitava combattenti di Hamas e del Jihad Islamico, ma non ha fornito prove. L’ospedale al-Aqsa di Deir el-Balah è al collasso, lavorando al triplo della sua capacità. Con la chiusura del varco di Rafah, le evacuazioni mediche sono sospese, mentre la malnutrizione e la fame mietono vittime tra i palestinesi.
Le ipotesi di tregua avanzate da Joe Biden sembrano bloccate. Secondo Reuters, non ci sono progressi concreti, con Hamas che apprezza l’idea di Biden ma richiede maggiori garanzie sul ritiro israeliano.