#185 – Trattative tra le bombe, a Gaza e in Libano

Decine di palestinesi sono stati uccisi in un pesante bombardamento israeliano nel centro della Striscia di Gaza. 4 persone sono morte in un bombardamento nel quartiere Remal di Gaza City, mentre i combattimenti via terra continuano a Deir El Balah e Rafah, dove l’invasione israeliana è ormai evidente. A Deir el-Balah, l’esercito israeliano ha dichiarato che le sue forze stanno operando “sia sopra che sotto terra”, segno dell’espansione dell’offensiva. Almeno 75 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore.

Gli aiuti umanitari continuano a non entrare. Il Cogat ha dichiarato che il varco di Kerem Shalom è “a piena capacità” con oltre 1.000 camion di aiuti in attesa, ma Martin Griffiths dell’ONU afferma che è “quasi impossibile” portare aiuti a Gaza a causa della mancanza di accessi sicuri.

Il presidente USA, Joe Biden, ha dichiarato che “Hamas è ora l’unico ostacolo a un cessate il fuoco completo” e che Israele è disposto ad avanzare con i termini stabiliti. Tuttavia, in un’intervista al Time, ha suggerito che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu stia prolungando la guerra per ragioni politiche, suscitando una reazione critica da parte del governo israeliano.

La Camera dei Rappresentanti USA ha approvato una legge per sanzionare la Corte Penale Internazionale (CPI) in risposta ai mandati di arresto per crimini di guerra contro alti funzionari israeliani e leader di Hamas. È improbabile che passi al Senato.

In Libano, un uomo armato ha attaccato l’ambasciata USA a Beirut, ferendo una guardia di sicurezza prima di essere catturato. L’episodio, ritenuto isolato, sottolinea la fragilità del Libano. Nel frattempo, Netanyahu ha visitato il confine tra Israele e Libano, affermando che Israele è pronta a “un’azione molto forte nel nord”. Israele ha aumentato il numero dei riservisti richiamabili da 300.000 a 350.000, anche se si precisa che la decisione non è legata ai combattimenti con Hezbollah. Secondo Channel 12, esiste un “accordo quasi completo” per una “regolamentazione” del fronte con Hezbollah.

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