#182 – Una regione in crisi nell’immobilità globale

Almeno 16 persone sono state uccise e 30 ferite negli attacchi aerei lanciati ieri sera da Stati Uniti e Regno Unito su diverse province yemenite, inclusa la capitale Sana’a. Il Ministero della Sanità yemenita prevede un aumento del bilancio delle vittime a causa delle gravi condizioni dei feriti. Gli attacchi seguono l’abbattimento di un drone USA MQ9 Reaper da parte degli Houthi, il sesto da novembre, e hanno scatenato una risposta degli Houthi contro la portaerei americana Eisenhower nel Mar Rosso, senza causare danni.

Nel frattempo, l’esercito israeliano ha iniziato l’invasione del centro di Rafah, colpendo il campo profughi di Shaboura e altre aree. Nonostante ciò, i governi occidentali non considerano superata la “linea rossa” dell’invasione. Gli USA stanno pianificando un incontro con funzionari egiziani e israeliani per discutere la riapertura del varco di Rafah, fondamentale per gli aiuti umanitari, chiuso da Israele il 6 maggio. Tuttavia, il Dipartimento di Stato USA è accusato di aver falsificato un rapporto per scagionare Israele dall’ostacolare gli aiuti, nonostante evidenze contrarie.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervistato dal canale francese LCI, ha definito le accuse contro Israele come “calunnie antisemite” e ha sostenuto che la percentuale di vittime civili è “la più bassa mai vista in una guerra urbana”, una dichiarazione contestata dalle stime di Gaza.

In Libano, Israele ha attaccato il villaggio di Houla, uccidendo due combattenti di Hezbollah. Hezbollah ha risposto attaccando caserme israeliane, colpendo postazioni di lancio dei missili di Iron Dome.

Il direttore di UNHCR, Filippo Grandi, ha evidenziato che il numero di persone in fuga a causa di guerre, violenze e persecuzioni ha raggiunto i 114 milioni. Grandi ha criticato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per non aver risolto i conflitti in corso, causando un aumento delle violazioni del diritto internazionale umanitario e colpendo sempre più civili e infrastrutture essenziali. Grandi ha concluso che è ancora possibile cambiare rotta, nonostante l’incapacità del Consiglio di Sicurezza di agire.

Il tuo 5 x mille può sostenere il processo di pace e gli aiuti umanitari in Siria