#180 – Una strage Made in USA

Il New York Times ha rivelato che le bombe usate nell’attacco israeliano a Rafah, che ha ucciso almeno 45 sfollati palestinesi, sono state prodotte negli USA. Il NYT ha identificato le bombe come GBU-39, con 900 kg di esplosivo, suggerite dagli USA a Israele per “ridurre le vittime civili”. Tuttavia, l’uso di queste bombe contrasta con le rassicurazioni israeliane date al Dipartimento di Stato USA riguardo il loro utilizzo.

Nonostante le dichiarazioni di Biden secondo cui gli attacchi a Rafah non oltrepassano le “linee rosse” USA, i carri armati israeliani sono arrivati alla moschea al-Awda nel centro di Rafah. Il portavoce John Kirby ha descritto l’operazione come “mirata” e non una grande invasione.

Nel frattempo, Israele continua l’assedio, colpendo Tel al-Sultan e uccidendo altre 21 persone, principalmente donne. Oggi, gli attacchi a Rafah sono stati confermati, con carri armati visti in vari settori della città.

La Mezzaluna Rossa palestinese ha evacuato un ospedale da campo vicino a Rafah. Si stima che 75 persone siano state uccise nelle ultime 24 ore. Il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, prevede che l’assedio durerà almeno altri 7 mesi.

Secondo il ministro palestinese della Sanità, Majed Abu Ramadan, il valico di Rafah non riaprirà presto, aggravando la crisi umanitaria. Il membro del gabinetto di guerra, Gadi Eisenkot, ha detto che stabilizzare Gaza richiederà tra i 3 e i 5 anni, con molti altri necessari per un nuovo assetto di governo.

L’Algeria sta promuovendo una risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato a Gaza e l’ordine a Israele di fermare l’offensiva a Rafah. Tuttavia, è probabile il veto degli USA.

Gli aiuti umanitari non stanno più arrivando a Gaza via mare, poiché il molo temporaneo costruito dall’esercito USA è inutilizzabile a causa di forti mareggiate. Questo molo, sebbene operativo da poco più di 10 giorni, non era molto efficiente. Gli aiuti da Cipro arrivavano su grandi navi, poi trasferiti su navi più piccole e infine su camion per la distribuzione, ma le forniture sono state scarse rispetto alle necessità di Gaza.

Il tuo 5 x mille può sostenere il processo di pace e gli aiuti umanitari in Siria