La puntata di oggi è dedicata in gran parte al m4ss4cr0 di Rafah, avvenuto questa notte. Israele ha bombardato un centro per sfollati vicino a Rafah, gestito da UNRWA, uccidendo almeno 45 persone e ferendone almeno 230. La Mezzaluna Rossa palestinese riferisce che le persone nelle tende sono state bruciate vive. Le strutture sanitarie di Gaza sono in gran parte distrutte o non più attive per mancanza di medicinali e benzina, rendendo impossibile accogliere tutti i feriti.
L’esercito israeliano ha dichiarato che l’attacco è stato effettuato “contro obiettivi legittimi”, rivendicando l’uccisione di due importanti membri di H4m4s su 45 vittime. Israele ha riconosciuto che diversi civili sono rimasti feriti e ha affermato che “l’incidente è sotto esame”. La presidenza palestinese accusa Israele di aver deliberatamente preso di mira il campo profughi, sfidando tutte le risoluzioni internazionali.
L’area colpita era stata designata come “zona sicura” dall’esercito israeliano quattro giorni fa. Secondo i media israeliani, il m4ss4cr0 di Rafah è stata una risposta al lancio di otto razzi contro Tel Aviv, che non hanno superato le difese antiaeree.
Dure le parole di governi e organizzazioni internazionali, mentre il governo italiano si è diviso: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha accusato H4m4s di usare Rafah per creare problemi, mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha criticato Israele per non distinguere tra H4m4s e il popolo palestinese.
Questo avviene due giorni dopo l’ordine della ICJ a Israele di fermare l’assedio su Rafah, ordine che Israele ha ignorato. Il Qatar avverte che il m4ss4cr0 potrebbe far crollare i negoziati di pace.
Domani Spagna, Irlanda e Norvegia riconosceranno ufficialmente lo Stato di Palestina, segnando un possibile cambio di atteggiamento nell’UE.
In Libano, bombardamenti israeliani hanno ucciso sette persone. In risposta, Hezbollah ha lanciato razzi contro caserme israeliane. Israele ha usato bombe al fosforo bianco, contrario al diritto internazionale, e ha effettuato esercitazioni per un possibile attacco terrestre in Libano.