#177 – Riconoscimenti, proteste e massacri

Dopo aver dedicato due giorni all’Iran in seguito alla morte del presidente Ebrahim Raisi, oggi torno al formato tradizionale, sebbene con molte notizie da coprire.

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) si pronuncerà domani sulla richiesta del Sudafrica di fermare l’offensiva israeliana a Rafah, Gaza, nell’ambito di un caso che accusa Israele di genocidio contro i palestinesi.

Irlanda, Spagna e Norvegia riconosceranno formalmente lo Stato palestinese il 28 maggio. Israele ha reagito richiamando i propri ambasciatori e convocando quelli di Irlanda, Norvegia e Spagna. Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha imposto misure punitive contro l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e ha congelato i fondi destinati a Gaza.

Gli USA hanno criticato il riconoscimento unilaterale della Palestina, con il presidente Biden che ribadisce la necessità di negoziati. La Colombia ha annunciato l’apertura di un’ambasciata a Ramallah, aumentando l’isolamento diplomatico di Israele.

Il gabinetto di guerra israeliano ha ripreso i negoziati, ma l’Egitto potrebbe rinunciare al ruolo di mediatore dopo accuse di modificare i termini del cessate il fuoco. La crisi umanitaria a Gaza peggiora, con le UN che sospendono la distribuzione di aiuti e i varchi di Kerem Shalom e Rafah bloccati.

I bombardamenti israeliani hanno ucciso 26 persone a Gaza City e 9 a Rafah, con ospedali assediati. In Cisgiordania, l’esercito israeliano ha lasciato Jenin dopo un assalto di due giorni che ha ucciso 12 palestinesi. Almeno 518 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre.

Nel Sud del Libano, un drone israeliano ha colpito un’auto, uccidendo un membro di Hezbollah e ferendo tre studenti. Hezbollah ha risposto lanciando 30 razzi contro una base israeliana.

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