Oggi gli avvocati che rappresentano Israele sono intervenuti alla Corte Internazionale di Giustizia per opporsi alla richiesta avanzata dal Sudafrica di nuove misure urgenti per sospendere le operazioni a Rafah e ritirarsi da Gaza per impedire un genocidio.
Interessanti gli spunti emersi dalla riunione della Lega Araba che si è tenuta ieri a Manāma, in Bahrein, dedicata a Gaza e alla Palestina.
È stata approvata la richiesta di creazione di una “forza di protezione internazionale e di pace” delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati “fino all’attuazione della soluzione dei due Stati”, segnando la prima volta che gli Stati arabi approvano un’internazionalizzazione della questione palestinese dal 7 ottobre.
La Lega Araba ha anche rivolto un appello a Hamas e Fatah per riunirsi dentro l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, considerata dalla Lega Araba l’unica rappresentante legittima del popolo palestinese.
Nella notte Israele ha bombardato ampie zone della Striscia, in particolare nel nord, nel campo profughi di Jabalia, dove sono state uccise 6 persone, e nel centro, nel campo profughi di Nuseirat, con altre 4 persone uccise in una scuola che veniva utilizzata come rifugio.
E poi, durante la giornata, i carri armati israeliani sono entrati in profondità dentro Jabalia, demolendo case e negozi durante l’avanzata, spingendo i residenti a fuggire verso le zone occidentali di Gaza City.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che i primi camion carichi di aiuti umanitari hanno cominciato a muoversi dal molo temporaneo completato nei giorni scorsi e arrivato ieri nella fascia centrale di Gaza.
La Spagna ha negato il permesso di attracco nel porto di Cartagena a una nave battente bandiera danese che sta trasportando un carico di esplosivi diretti in Israele.
Sul fronte libanese, continua la sequenza di rappresaglie e contro-rappresaglie tra Hezbollah e Israele, in una catena che non si interrompe da giorni. Oggi sono stati uccisi un cittadino libanese e due siriani, di cui uno appena 13, in un attacco israeliano vicino a Saida.