#157 – Armi, sfollati e ipocrisia

L’Unione europea ha chiesto questa mattina un’indagine indipendente dopo la scoperta di fosse comuni nei due principali ospedali della Striscia di Gaza.

E intanto, secondo il quotidiano israeliano Israel Hayom, l’invasione israeliana di Rafah comincerà “molto presto”.

Il Wall Street Journal riferisce invece che Israele si sta coordinando con l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti per l’evacuazione degli sfollati da Rafah, sottolineando che potrebbero volerci dalle 2 alle 3 settimane.

Su questo è intevenuto il direttore della Croce Rossa Internazionale, Fabrizio Carboni, che ha evidenziato che per il momento non esiste nessun vero piano di evacuazione, e che comunque spostare 1,5m di sfollati non è un’opzione plausibile nelle condizioni attuali.

Al Jazeera oggi racconta che i civili palestinesi stanno nuovamente fuggendo dalle loro case nel nord di Gaza a causa dei bombardamenti israeliani.

Tutto questo in una città che non ha più ospedali.

Il Senato degli Stati Uniti ha approvato un pacchetto da 13 miliardi di dollari di aiuti militari a Israele. Il pacchetto vale 95 miliardi di dollari diretti anche a Ucraina e Taiwan.

Lì dentro si trova anche una quota, 9 miliardi in tutto, destinata ad aiuti umanitari a Gaza, in Sudan e in altre aree del mondo.

Un’ipocrisia insopportabile.

A proposito di aiuti, la Germania ha annunciato che riattiverà i fondi a Gaza per UNRWA, l’agenzia UN per i rifugiati palestinesi.

In Libano, ieri Israele ha distrutto una casa a Hanine, nella zona centrale del confine, uccidendo due donne e ferendo diversi membri della famiglia.

Di lì, Hezbollah ha lanciato diverse rappresaglie e il confine si è di nuovo surriscaldato.

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