Oggi è l’Eid al-Fitr, la fine del Ramadan, un giorno celebrato dai fedeli musulmani in tutto il mondo, e anche a Gaza.
Sono impressionanti le immagini mostrate da Al Jazeera della preghiera dell’Eid di fronte alle rovine di una moschea a Rafah.
AFP riferisce che anche oggi, nonostante le celebrazioni, le forze israeliane hanno continuato le operazioni di combattimento e gli attacchi aerei su Gaza.
E il ministero della Sanità di Gaza parla infatti di 122 morti nelle ultime 24 ore.
L’offensiva non si ferma anche alla luce delle parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ieri aveva promesso di non interrompere la campagna per “distruggere Hamas” e “riportare a casa gli ostaggi”.
La minaccia di Netanyahu è arrivata nel contesto dei colloqui al Cairo.
Qui, ieri, Israele si è detta aperta a concessioni sul ritorno di 150.000 palestinesi nel nord di Gaza, ma ritiene che sia Hamas a non voler raggiungere un accordo.
Intanto, il quotidiano israeliano Haaretz racconta che il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che Israele “non ha una data precisa per l’operazione a Rafah”, sconfessando le parole di Netanyahu.
Cresce ancora la tensione tra Israele e Iran, e non c’è da stupirsi visto anche l’approccio alla questione di gran parte della stampa mainstream occidentale, che racconta di un Iran pronto a lanciare un’offensiva su larga scala contro Israele.
In realtà, l’Iran ha detto più di una volta che risponderà “nei modi e nei tempi che riterrà opportuni”, sottolineando che l’attacco aereo contro il suo consolato a Damasco è un attacco sul territorio iraniano, e aggiungendo che “nessuna ambasciata israeliana è al sicuro”.