#111 – Israele alza il tiro sul Libano, mentre la diplomazia arranca

Ieri pomeriggio l’aviazione israeliana ha lanciato due attacchi contro la città di Ghazieh, pochi km a sud di Saida, a 40km appena da Beirut e quindi molto lontana dal confine, ferendo 21 persone.

Israele ha affermato di aver preso di mira “depositi di armi di Hezbollah”, ma secondo le testimonianze locali i 3 edicifi colpiti erano tre magazzini: uno di barili di petrolio, un altro di serbatoi di combustibile per i generatori e un terzo di rottami metallici e pneumatici.

E dopo una notte tranquilla, oggi sono ripresi gli attacchi israeliani nelle zone di confine, mentre Hezbollah ha colpito la caserma israeliana di Ramim, nel nord di Israele, proseguendo quindi lungo la propria linea d’azione che mette al centro gli obiettivi militari.

Ma è sempre più chiaro che, anche evitando che la guerra al confine si trasformi in una guerra in tutto il Paese e ad alta intensità, non è possibile una soluzione diplomatica per il Libano prima di un cessate il fuoco a Gaza.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu dovrebbe votare oggi una proposta di risoluzione presentata dall’Algeria in cui si chiede un immediato cessate il fuoco a Gaza e si oppone allo spostamento forzato della popolazione palestinese

Gli Stati Uniti sembrano intenzionati a porre di nuovo il veto e hanno proposto una risoluzione alternativa, che parla di “un cessate il fuoco temporaneo a Gaza non appena sarà fattibile”.

Ma intanto a Gaza la situazione è sempre più grave e Unicef lancia l’allarme per il rischio di un grande aumento di morti infantili per denutrizione e malnutrizione.

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