Rio de Janeiro: assassinata Marielle Franco, consigliera municipale femminista

Non si ferma l’onda di violenza in Brasile. Centinaia di morti ogni anno da parte della criminalità organizzata ma anche provocati dalla polizia militare.

Il 15 marzo è stata assassinata  a Rio de Janeiro in un agguato a mano armata nel quartiere di Lapa, dove aveva partecipato ad un incontro politico di donne afrodiscendenti, la consigliera comunale,  femminista ed attivista nera, Marielle Franco, 38 anni,  del Psol (Partito Socialista Brasiliano) insieme al suo assistente Anderson Gomes.

La donna era risultata la quinta più votata alle scorse elezioni e rivestiva il ruolo di presidentessa della Commissione per le Donne del Municipio di Rio de Janeiro. Sociologa ed attivista in difesa dei diritti umani, si occupava di denunciare le violenze sistematiche della polizia nelle favelas, nei confronti delle donne e dei giovani di colore. Particolarmente dopo l’invio dell’esercito nella città da parte del governo illegittimo dell’attuale presidente Temer.

Marielle era nata e cresciuta nella favela di Marè, quattro giorni fa aveva pubblicamente denunciato due omicidi della polizia e dichiarato che la polizia speciale nelle favelas crea terrore e violenza contro la popolazione. Un fenomeno che avviene da sempre nelle città brasiliane, ma in modo ancor più violento dopo lo stato di emergenza proclamato da Temer a Rio.

Con  dolore denunciamo l’avanzata di violenza femminicida  e razzista, ci stringiamo alle attiviste e agli attivisti brasiliani e di tutto il mondo, in difesa della democrazia e delle lotte popolari.

In Brasile è in pericolo lo stato di diritto, le accuse contro l’ex presidente Lula, il golpe presidenziale che ha fatto cadere la presidente Dilma Roussef deve preoccupare la comunità internazionale e chiedere il rispetto del Diritto internazionale e di cittadinanza.

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