Valutare la cooperazione internazionale allo sviluppo sostenibile dell’Italia

In questo Quaderno proponiamo una sintesi e una nostra riflessione sul Documento finale della Peer Review dell’OCSE DAC sulla cooperazione allo sviluppo sostenibile dell’Italia fatta nel 2019.

Il Documento completo nella versione in lingua italiana si trova nel seguente sito: https://www.aics.gov.it/news/2020/58525/

Gli obiettivi della Peer Review del DAC sono il miglioramento della qualità e dell’efficacia delle politiche e dei sistemi di cooperazione allo sviluppo sostenibile, nonché la promozione di partenariati di sviluppo validi per assicurare un impatto più pregnante sulla riduzione della povertà e sullo sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo.

L’Italia sostiene attivamente lo sviluppo sostenibile globale, particolarmente laddove collega l’impegno internazionale con l’esperienza maturata nel Paese, per esempio in materia di patrimonio culturale e agricoltura. Tuttavia, potrebbe fare di più in altri campi. Sebbene siano stati introdotti meccanismi a tale scopo, l’Italia non identifica, non analizza e non procede sistematicamente al monitoraggio degli impatti transfrontalieri e di lungo termine delle politiche nazionali, anche per quanto riguarda gli eventuali effetti negativi sui Paesi in via di sviluppo. L’aiuto pubblico italiano allo sviluppo (APS) ha registrato un netto aumento dal 2012 al 2017, anche quando si escludono i costi sostenuti per i rifugiati in Italia.

Tuttavia, tale andamento positivo probabilmente non proseguirà di questo passo poiché l’APS ha registrato un calo nel 2018 e secondo le proiezioni attuali, tale tendenza al ribasso dovrebbe manifestarsi anche nel 2019. L’Italia non sta rispettando gli impegni né per quanto riguarda la destinazione dello 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) all’APS totale, né per l’obiettivo di un APS pari allo 0,15% del RNL allocato nei Paesi meno sviluppati (Least Developed Countries).

Può fare di più per incoraggiare e aumentare gli sforzi in materia di innovazione. Le risorse umane a disposizione dell’AICS e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) sono ancora inadeguate.

L’Italia dovrà adottare misure urgenti per attrarre e mantenere personale qualificato e per garantire la soddisfacente attuazione del programma di cooperazione allo sviluppo del Paese.

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