Politiche sociali e cooperazione internazionale Proposte italiane a una società globalizzata

a cura di Vincenzo Pira e Marco Pasquini

In questo Quaderno presentiamo una riflessione su come il sistema italiano delle politiche sociali (welfare) può interessare alle entità di cooperazione internazionale.

Nell’ambito della promozione di partenariati territoriali, molte entità di cooperazione, in diversi paesi del mondo, hanno manifestato l’esigenza di conoscere meglio le normative, le esperienze di successo, le modalità di applicazione concreta delle politiche sociali e del welfare in generale nelle regioni e città italiane e replicarle, adattandole, in altri contesti di cooperazione internazionale. Presentiamo una sintesi dei piani approvati dalle regioni Emilia Romagna e Lazio, che sono i due ambiti territoriali in cui, maggiormente,  Armadilla opera in Italia. Sono state elaborate in accordo alla legge 328 del 2000 e assegnano alle politiche sociali un compito non unicamente di cura ma soprattutto di prevenzione. Operare per prevedere e prevenire i disagi sociali e collegare le politiche sociali a quelle di sviluppo umano sostenibile nel territorio locale, alla promozione del lavoro, alla programmazione urbanistica, all’istruzione e formazione. Superare il mero assistenzialismo e promuovere azioni di coinvolgimento attivo e responsabile di tutti gli attori coinvolti in tali politiche. Una visione di mondo in cui “nessuno sia lasciato solo”, progettata a misura di quartieri che devono diventare lo spazio comunitario in cui tutti i servizi fondamentali siano garantiti. Quindi non solo gestire con impegno l’esistente o rincorrere le emergenze che quotidianamente appaiono nella vita dei diversi territori, ma investire intelligenza e studio nell’elaborazione di un nuovo modello di sviluppo sociale, che contrasti il processo di impoverimento delle persone, dei territori, dell’ambiente e della cultura. Coniugare giustizia sociale, affermazione dei diritti e rispetto delle persone e dell’ambiente valorizzando quelle esperienze che a livello nazionale hanno permesso la nascita del welfare comunitario, sostenibile, includente e partecipativo. Quindi una esigenza inderogabile di innovazione e di riforma radicale i metodi e di procedimenti. Replicare nel mondo le migliori pratiche che in Italia insegnano il come realizzare ciò. È quel che Armadilla e i suoi partner stanno cercando di fare privilegiando interventi con i gruppi sociali più vulnerabili: persone con disabilità, minori e famiglie in condizioni di povertà estrema, tossicodipendenti, ex detenuti, donne vittime di violenza, disoccupati.

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