Diritti delle persone con disabilità e cooperazione internazionale

In questo Quaderno proponiamo uno dei temi prioritari della cooperazione internazionale: la cura e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Oltre un miliardo di persone, circa il 15% della popolazione mondiale, vive con qualche forma di disabilità. Almeno un quinto di questi, circa 110-190 milioni di individui, è costretto ad affrontare difficoltà “molto significative” nella vita di tutti i giorni. Inoltre, le percentuali di disabilità stanno aumentando, a causa dell’invecchiamento della popolazione. Sono dati contenuti nel primo Rapporto Mondiale sulla Disabilità , messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e Banca mondiale e il cui testo originale si trova sul sito dell’OMS e tradotto in italiano sul sito disabili.com.

Tra i problemi posti in evidenza: al primo posto la discriminazione unitamente alla mancata assistenza sanitaria e di riabilitazione, per passare poi alle barriere architettoniche: trasporti pubblici, edifici e tecnologia informativa inaccessibili.

Le conseguenze di queste difficoltà che accompagnano la vita delle persone con disabilità riguardano una salute generalmente più precaria rispetto alla media, scarse possibilità formative e professionali, povertà ed un livello d’istruzione minore, proprio per le difficoltà di accesso agli studi superiori. La differenza tra la percentuale di bambini disabili e la percentuale di bambini normodotati che frequentano la scuola elementare varia dal 10% in India al 60% in Indonesia. La carenza nel sistema integrativo della scuola si riflette ovviamente anche sulle realtà lavorative. Dati complessivi mostrano che le percentuali di lavoro sono più basse per uomini (53%) e donne disabili (20%), rispetto a uomini (65%) e donne normodotati (30%). Nei Paesi dell’area Ocse, inoltre, la percentuale di lavoro di persone disabili è del 44%, rispetto al 75% dei normodotati. I dati raccolti dimostrano che in molti paesi i servizi di riabilitazione sono inadeguati. I dati raccolti in quattro paesi dell’Africa Meridionale mostrano che solo il 26-55% dei disabili ha ricevuto la riabilitazione medica della quale avevano bisogno, mentre appena il 17-37% ha ottenuto i presidi sanitari necessari (sedie a rotelle, protesi, apparecchi acustici).

Anche in paesi ad alto reddito, tra il 20% e il 40% dei disabili generalmente non trova riscontro alle proprie necessità nelle attività di tutti i giorni. Attraverso la relazione allegata a questo sconfortante rapporto OMS e Banca Mondiale sollecitano i Governi a rinnovare gli sforzi per consentire a questa vasta fetta di popolazione l’accesso ai servizi essenziali e a investire in programmi mirati per dischiudere le vaste potenzialità delle persone con disabilità.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile ha conferito al tema della disabilità una centralità nuova nelle strategie di sviluppo internazionale. In molti Obiettivi troviamo riferimenti diretti alle persone con disabilità: il n.4 (educazione), il n. 8 (occupazione), il n.10 (diseguaglianze) e il n.11 (città sostenibili) tutti strettamente legati tra loro dall’approccio sui diritti umani. È importante evidenziare l’interdipendenza degli obiettivi e dei relativi target con particolare riferimento all’istruzione, salute, violenza, soprattutto quella di genere, emergenza, accessibilità e formazione.

La cooperazione italiana ha approvato le Linee Guida per la Disabilità che potete trovare sul sito dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Armadilla, in coerenza con i principi sanciti a livello internazionale, ha assunto un impegno coerente proponendo nei suoi interventi in questo settore un approccio partecipativo che prevede il coinvolgimento attivo della comunità di appartenenza, delle istituzioni centrali e locali e della società civile favorendo la multidisciplinarietà e l’intersettorialità.

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