Cooperazione italiana per lo sviluppo sostenibile

A cura di Vincenzo Pira e Marco Pasquini

In questo Quaderno presentiamo e commentiamo il documento di programmazione triennale della cooperazione italiana per lo sviluppo sostenibile.

Tale documento è stato approvato a luglio 2020, e riguarda il periodo 2019 – 2021. Un ritardo fatto presente da tanti interventi critici, dovuto a una burocrazia che deve trovare strumenti e procedure diverse per essere efficiente.

La predisposizione del Piano Triennale, con revisione annuale, per l’efficacia degli interventi è stata coordinata dalla Direzione Generale del Ministero degli Esteri per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) con il supporto tecnico-operativo dell’Agenzia (AICS). Costituisce uno strumento per facilitare l’attuazione dei 4 principi dell’efficacia (ownership delle priorità di sviluppo da parte dei Paesi partner; gestione basata sui risultati; Partenariati Inclusivi; trasparenza e mutual accountability) e le raccomandazioni formulate dall’OCSE-DAC in ambito Peer Review in tema di risultati ed efficacia, cui si è aggiunto un focus legato alle crisi umanitarie ed alle situazioni di fragilità e al principio del Leave no one behind (Non lasciare nessuno indietro).

La rinnovata visione strategica della Cooperazione italiana poggia sui 5 Pilastri dell’Agenda 2030. Al centro dell’azione vi è il pieno sviluppo della persona, del capitale umano: la protezione, l’empowerment dei giovani e delle donne, a partire da coloro in situazioni di maggiore disagio e vulnerabilità; il capitale umano anche quale “moltiplicatore di sviluppo” per incidere sulla capacità di generare prosperità a livello locale in equilibrio con il pianeta stimolando partenariati efficacia anche al fine di contribuire alla pace.

L’impegno dell’Italia a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione sarà rafforzato nelle principali aree di crisi, dal Medioriente all’Africa e all’Asia ed inteso a ridurre le situazioni di fragilità, rafforzare la resilienza delle popolazioni e potenziare le capacità locali di gestione e risposta alle crisi. In quest’ottica, la risposta alle crisi umanitarie non può provenire dal solo sistema umanitario e prescindere da un’analisi congiunta dei bisogni e dalla definizione di obiettivi programmatici condivisi fra aiuto umanitario, sviluppo sostenibile e pace.

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